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venerdì 5 gennaio 2018

Gipo Farassino - Aria di casa mia (1973)













Nei primi anni '70 Gipo Farassino abbandona la Fonit-Cetra per passare alla Polydor, con cui incide tre album per poi ritornare nuovamente con l'etichetta torinese: di questi dischi i primi due, "Lj bogianen" e "Uomini bestie e ragionieri" sono stati ristampati in CD mentre invece il terzo no. "Aria di casa mia", questo è il titolo, racchiude dieci brani della tradizione piemontese, tutti già incisi da Gipo negli anni '60 nei suoi primi dischi per la IPM e da lui riarrangiati per l'occasione. Tra le canzoni più note vi è "La mia mamma", che proprio in quel periodo era stata incisa da Ombretta Colli con un testo in italiano che riprendeva quello in torinese, e "La reusa bianca", che è poi "Mamma mia dammi cento lire" (lanciata dal Quartetto Cetra), mentre "Spunta il sol" e "La nostra cricca" erano state postate qualche anno fa nell'interpretazione di Carlo Pierangeli e Marta Tomelli, nell'album "16 cansôn piemônteise"."I poveri pellegrini" era stata recuperata invece dai Gufi, che vi avevano scritto un nuovo testo intitolato "I teddy boys", mentre "Al pocio" è l'unico brano inedito (che Farassino quindi incide per la prima volta). Ma tutti i brani sono degni di nota: purtroppo mi pare che a Torino la lingua piemontese si sia persa (non è così in provincia), le canzoni della nostra tradizione rischiano di non passare più alle giovani generazioni, e questa è una perdita non solo culturale, direi.

LATO A

1) La mia mamma (tradizionale)
2) Maria Giovanna (tradizionale)
3) La Brandolina (tradizionale)
4) La reusa bianca (tradizionale)
5) I rubinet (tradizionale)

LATO B

1) I poveri pellegrini (tradizionale)
2) Barun Litrun (tradizionale)
3) La nostra cricca (tradizionale)
4) Spunta il sol (tradizionale)
5) Al pocio (tradizionale)