Cerca nel blog

sabato 27 febbraio 2016

Margot - Canzoni di una coppia (1963)












Il disco di oggi è sicuramente uno dei primi album pubblicati in Italia di una cantautrice, anzi direi che è proprio il primo (Giovanna Marini debutterà da solista solo due anni dopo): si tratta di "Canzoni di una coppia" di Margot, che in realtà era già attiva da qualche anno all'interno del gruppo torinese dei Cantacronache.
Ed è anche il primo concept album italiano, o comunque si gioca questo primato con "Diario di una sedicenne" di Donatella Moretti pubblicato nello stesso anno, in quanto tutte le canzoni sono legate da un filo conduttore, che è la storia di una coppia a partire dalla luna di miele della prima canzone attraverso le varie difficoltà e i momenti felici.
Figlia di Carlo Galante Garrone, senatore della Sinistra Indipendente, Margherita Galante Garrone nasce a Torino nel 1941, e proprio in città ha le sue prime esperienze musical, con l'incontro con musicisti come Sergio Liberovici, Michele Straniero, Fausto Amodei ed intellettuali come Italo Calvino, insieme ai quali darà vita alla già citata esperienza dei Cantacronache, che contribuiranno in maniera netta allo svecchiamento della canzone italiana, aprendo la strada ai cantautori della cosiddetta "scuola genovese".
Nelle canzoni dei Cantacronache infatti le tematiche si allargano non solo alla canzone politica (che era già patrimonio della canzone popolare, pensiamo ad esempio ai canti anarchici), ma anche alla vita quotidiana: non è certo questa la sede per fare un'analisi approfondita, ma se ad esempio si ascolta una canzone come "Qualcosa d'aspettare" di Fausto Amodei ci si rende subito conto che la descrizione dell'amore tra i due giovani protagonisti utilizza un linguaggio nuovo, quotidiano, che un cantautore come Paoli farà proprio facendolo diventare di massa.
Torniamo a Margot che, come abbiamo detto, aveva inciso 45 giri, EP e 33 giri con i Cantacronache: nel 1963 debutta come solista con questo LP, pubblicato dalla Ricordi (che all'epoca aveva come direttore artistico Lino Patruno) e di cui la cantautrice torinese è autrice di tutte le musiche e di tutti i testi tranne due, come vedremo.
Il disco si apre con "Ballata della luna di miele", che su  un ritmo di tre quarti inizia il racconto della storia della coppia; dopo una canzone più intimista, "L'armadio", c'è l'interessante "Canzone dei litigi", in cui Margot interpreta le parti di entrambi i personaggi durante un litigio, ed è il primo brano con il testo scritto da Franco Fortini.
"Ditemi voi" descrive una donna che guardandosi allo specchio triuccandosi e mettendosi il rossetto si scopre meno bella, cogliendo il tempo che passa, mentre il marito che fuma e legge il giornale di là non si accorge di nulla.
Il secondo lato si apre con "Pomeriggio di domenica" che descrive appunto un pomeriggio festivo, con l'inserimento anche della radio da cui si ascoltano le partite con il gol (e in questi punti il ritmo del brano diventa terzinato), mentre "Un giorno forse" è una canzone d'amore malinconica.
"Un giorno forse" è un tre quarti, con un testo in cui la coppia immagina il futuro, con i figli già cresciuti e i ricordi più dolci dietro le spalle.
La melodia di "Canzone della valigia" ha qualche reminiscenza jazz, e nel testo la valigia diventa una metafora del percorso della vita, e delle cose che si portano dietro nel viaggio o che al contrario vengono abbandonate...che Ligabue si sia "ispirato" a Margot  (ascoltate "Il peso della valigia")?
"Le nostre domande" conclude il disco, ed è la seconda canzone con il testo di Fortini; suona la chitarra in questa canzone Domenico Amerio, e conclude la storia con le domande che i due si fanno sul loro rapporto.
In copertina il disco viene presentato da Italo Calvino, che mette in evidenza le due anime della cantautrice, quella più "barricadera" e quella più intimista, mentre in un altro scritto la stessa Margot dedica l'album a George Brassens, suo ispiratore.
Gli arrangiamenti e la direzione dell'orchestra sono di Sergio Liberovici, all'epoca marito di Margot (prima o poi presenteremo sul blog un album del loro figlio, Andrea Liberovici).

LATO A

1) Ballata della luna di miele (Margherita Galante Garrone)
2) L'armadio forse (Margherita Galante Garrone)
3) Canzone dei litigi (Franco Fortini-Margherita Galante Garrone)
4) Ditemi voi (Margherita Galante Garrone)

LATO B

1) Pomeriggio di domenica (Margherita Galante Garrone)
2) Un giorno forse (Margherita Galante Garrone)
3) Canzone della valigia (Margherita Galante Garrone)
4) Le nostre domande (Franco Fortini-Margherita Galante Garrone)

sabato 20 febbraio 2016

Quartetto Cetra - Le canzoni del Festival di Sanremo 1956 viste dal Quartetto Cetra (1956)












Questo post viene pubblicato in ritardo: infatti era pronto per la scorsa settimana, in pieno festival di Sanremo, ma poi a causa di sopraggiunti impegni non sono riuscito a inserirlo fino ad oggi.
Si tratta di un disco del Quartetto Cetra del 1956, pubblicato il 14 aprile, cioè circa un mese dopo l'edizione di quell'anno del festival, che si tenne dall'8 al 10 marzo (ah che bello quando Sanremo durava solo tre giorni).
I quattro scelgono otto delle sedici canzoni partecipanti e le reinterpretano secondo il loro stile umoristico e ironico, a volte con siparietti recitati, spesso riarrangiando le musiche ed adattando le parti vocali alle quattro voci.
Non è peraltro questo l'unico album dedicato dai Cetra a Sanremo, ma abbiamo scelto questo perchè di cinquant'anni fa esatti, ed ascoltarlo oggi ci fa rendere conto di quanti cambiamenti abbia vissuto la musica leggera da allora....e non certo in meglio.
Il disco si apre con la canzone vincitrice, interpretata da Franca Raimondi: Aprite le finestre" all'inizio viene eseguita dai quattro come se fosse cantata da uno di quei cantanti con l'organetto che percorrevano le strade delle città dell'800; una famiglia, infastidita dal girovago, chiude la finestra ed accende la radio, e così parte una versione swingata del brano. Alla fine della canzone la famiglia riapre le finestre e risentono nuovamente il cantante dell'organetto.
"Albero caduto" e "Lucia e Tobia" sono due canzoni gradevoli, la seconda nello stile tipico del suo autore Mario Panzeri.
Il lato A si conclude con l'atipica "Il bosco innamorato", che ai nostri tempi verrebbe definita "world music", grazie ai suoni orientali che accompagnano il racconto del bosco di Hong-Kong.
Non ha bisogno di presentazioni "Musetto", celeberrima canzone di Modugno che la parodia del Quartetto renderà ancora più celebre.
"Amami se vuoi" è la canzone che rivela Tonina Torrielli, una dei sei cantanti selezionati da un concorso nazionale che debuttano in questa edizione del festival (gli altri sono la già citata vincitrice Franca Raimondi, Gianni Marzocchi, Luciana Gonzales, Ugo Molinari e Clara Vincenzi).
Credo che "La colpa fu" sia una delle due canzoni italiane esistenti che nel testo citano Pieve di Cadore (ridente località nota per la casa natale di Tiziano Vecellio), l'altra è "Scalo a Grado" di Franco Battiato....non credo che ne esistano altre.
Coclude il disco la celeberrima "La vita è un paradiso di bugie", che nell'interpretazione di Luciana Gonzales si classificò al terzo posto.
In tutte e otto le canzoni l'orchestra è diretta dal maestro Francesco Ferrari

LATO A

1) Aprite le finestre (Pinchi-Virgilio Panzuti)
2) Albero caduto (Giuseppe Fiorelli-Mario Ruccione)
3) Lucia e Tobia (Mario Panzeri-Giovanni D'Anzi)
4) Il bosco innamorato (Gian Carlo Testoni-Gorni Kramer)

LATO B

1) Musetto (Domenico Modugno)
2) Amami se vuoi (Mario Panzeri-Vittorio Mascheroni)
3) La colpa fu (Gippi-Luciano Beretta-Eros Sciorilli)
4) La vita è un paradiso di bugie (Diego Calcagno-Nino Oliviero)

domenica 7 febbraio 2016

I Brutos - Gina, amore mio.../Una bionda un po' scema per quattro scemi che vanno a remi (1970)












Oggi presentiamo un disco dei Brutos del 1970: si tratta dell'ultimo registrato da Gerry Bruno che, nello stesso anno, decide di lasciare il gruppo per recitare in "Alleluja brava gente", notissima commedia musicale di Garinei e Giovannini (con le musiche di Domenico Modugno), e da lì dedicarsi alla carriera solista.
Completano la formazione in questo disco il bello Nat Pioppi, Dino Cassio e Gianni Zullo.
Sul lato A vi è "Gina, amore mio", cover di "Gin gan goolie", successo degli Scaffold scritto come al solito dalla coppia Roger McGough e Mike McGear, con un testo in italiano di Leo Chiosso ed una musica molto allegra in levare.
Sul retro sempre Chiosso scrive il testo di una simpatica marcetta del maestro Mansueto De Ponti (che si firma come di consueto con lo pseudonimo Pontiack) e di Nino Tristano, cantautore (il cui vero nome è Nino Pirito) su cui avremo l'occasione di ritornare; la cosa particolare è che in SIAE la canzone porta anche la firma di un terzo musicista, Ico Cerutti (chissà se Gerry ci potrà chiarire questo punto).
In entrambi i brani l'orchestra è diretta da Angel "Pocho" Gatti, mentre la copertina , come si capisce dallo stile, è opera di Bruno Prosdocimi, conosciuto per le vignette degli album dei calciatori delle edizioni Panini di Modena.

1)  Gina, amore mio... (Leo Chiosso-Roger McGouch-Michael McGear)
2)  Una bionda un po' scema per quattro scemi che vanno a remi (Leo Chiosso-Pontiack-Nino Tristano-Ico Cerutti)