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domenica 31 gennaio 2016

Orietta Berti - Non ci sarò/Franchezza (1962)












Come forse molti di voi sanno, Orietta Berti ha pubblicato da pochi mesi (a novembre) una raccolta in cinque CD con molti inediti, intitolata "Dietro un grande amore-50 anni di musica": disco che consigliamo non solo per le vecchie canzoni ma anche per le interessanti interpretazioni di classici della canzone italiana come "Grande grande grande", "Se telefonando..." (in quest'ultimo periodo incisa un po' da tutti, partendo da Nek per finire con Battiato), "Se non avessi più te", "E la chiamano estate" e "Arrivederci", successo di Bindi con testo di Giorgio Calabrese, cioè lo scopritore della Berti.
Ma il titolo è fuorviante: infatti la carriera della cantante comincia qualche anno prima del 1965, e cioè alla fine del 1962, quando incide due 45 giri (del primo abbiamo parlato qualche anno fa in un altro post) con numero di catalogo sequenziale (KN 122 l'altro e KN 121 questo) per la Karim, la piccola etichetta genovese di cui Calabrese per qualche tempo è direttore artistico.
Lo scatto di copertina del resto è identico, e i due dischi sono usciti praticamente in contemporanea.
"Non ci sarò" è un lento scritto da Elio Isola (che qualche anno più tardi scriverà un evergreen come "La voce del silenzio") con un testo d'amore di Giorgio Calabrese.
Sul retro vi è invece una cover di una canzone brasiliana, un samba intitolato "Franqueza" portato al successo da Nora Ney, scritto da  Osvaldo Guilherme per la musica (sull'etichetta però il cognome diventa Guilhermo....) e da Denis Brean (pseudonimo del giornalista paulista Augusto Duarte Ribeiro) per il testo, che Calabrese adatta in italiano: d'altronde è sempre stato molto attento alla musica brasiliana, come le molte cover realizzate confermano.
Anche "Franchezza" è una canzone d'amore, ma con una base ritmica assente invece nel primo brano; vi è un piccolo assolo di chitarra elettrica a metà canzone, mentre l'orchestra d'archi accompagna tutta la melodia.
In entrambi i brani l'orchestra è diretta da Attilio Donadio; la voce della Berti, nonostante la giovane età, è riconoscibilissima.

1) Non ci sarò (Giorgio Calabrese-Elio Isola)
2) Franchezza (Giorgio Calabrese-Denis Brean-Osvaldo Guilherme)

venerdì 22 gennaio 2016

La Mascherina d'Oro 1971, Antonella Bellan e altri ricordi musicali torinesi di Enrico Casali

 


Il post di oggi nasce da un contributo che abbiamo ricevuto qualche tempo fa via mail, e che ci è stato inviato da Enrico Casali, musicista torinese con varie esperienze nel corso dei decenni (vi consigliamo il suo sito con molte notizie interessanti).
Copio e incollo il suo intervento.

Gent.mo Sig, Vito,
ho letto recentemente l'articolo su Antonella Bellan (cui dedico un caro saluto), e mi ha fatto sinceramente piacere, a distanza di quasi 45 anni, risvegliare qualche flash della vita canora torinese giacente negli archivi.
Nel 1971, ventitreenne quasi agli sgoccioli di una attività musicale professionistica, ero alla ricerca di una occupazione più stabile. A quel tempo ero costantemente in conflitto con il mio buon papà che spesso mi rammentava tre parole sacre : il lavoro fisso (prerogativa immortalata da I Gufi nel '66 con il brano “Io vado in banca”), la mutua e le marchette!
Ma lo spirito inquieto e per certi vezzi scavezzacollo mi portavano a trascurare quei “consigli” che avrei poi apprezzato appieno dopo qualche decennio.
Allora il trova-lavoro traspariva quasi tutto dalle pagine de “La Stampa”; le offerte erano tantissime, con immediato colloquio e repentino inserimento.
Doveva essere inizio primavera, e rammento che risposi ad una inserzione mirata alla ricerca di persone con esperienza musicale da inserire in una nascente manifestazione.
Si trattava della filiale di una famosa casa editrice ubicata in via Cibrario, la Sansoni; seppi così che si trattava di un progetto denominato “Mascherina d'oro '71”, aperto ad aspiranti artisti di giovane età, cantanti o recitanti poesie.
Da quel momento maturai la qualifica di “maestro selezionatore”, e mi venne assegnato un ufficio con tanto di pianoforte. Attraverso una oculata pubblicità con la collaborazione dei funzionari della filiale, ben presto fioccarono richieste di audizione, che avvenivano per lo più nelle ore pomeridiane.
Iniziarono le serate a concorso, ogni venerdì sera al Club 84, con esibizione di almeno trenta piccoli aspiranti. Il clima era festoso per tutti sino al momento delle votazioni della giuria, allorché la gioia dei prescelti per il turno successivo e la disperazione con lacrime degli esclusi avrebbero movimentato la scena.
Nell'arco di qualche mese selezionai tantissimi ragazzi e ragazze di tutte le età. E ricordo perfettamente i nomi di due artisti in erba che si presentarono per il “provino” esibendo una bravura stupefacente: Albino Montisci ed Antonella Bellan. Nel frattempo era iniziata la collaborazione con il Maestro Pier Benito Greco, con il quale avevo in precedenza lavorato nella sua orchestra, e che faceva parte della giuria insieme al Dottor Renato Scala.

Per quanto concerne l'esperienza con il Maestro Greco, che tra l'altro ho cercato di contattare senza esito, mi ricordo nitidamente del bassista Franco Badagliacco, mentre degli altri componenti ho un vago ricordo, come per il sassofonista di cui ricordo solo il nome, Aroldo.
Con me c'era anche mio fratello Giorgio. Fu una esperienza breve e rammento che la serata di debutto fu al Columbia. Con il maestro Greco collaborai ancora alla incisione di un brano che mi pare si chiamasse "Ariel", e in quell'occasione incontrai Giansereno Raimondo che era un chitarrista strepitoso...pochissimi ricordi, rammento solo che il mio intervento strumentale prevedeva l'utilizzo di una Lap Steel Guitar della Hofner, alla Santo & Johnny.
Dopo numerose serate arrivò l'estate e la casa editrice promosse un'attività temporanea ad Alassio
dove i funzionari ed il sottoscritto avrebbero dovuto raccogliere nuovi talenti.
Il mio rapporto di lavoro, complice un carattere a quel tempo difficile, si interruppe in modo burrascoso in una notte nella quale io e un funzionario tagliammo letteralmente la corda.
Quando ci risentimmo con il Maestro Greco, anche se fuori dalla manifestazione volli confidargli quei due nomi come ipotetici vincitori della finale che si sarebbe tenuta qualche mese dopo.
Dopo la serata finale ci parlammo telefonicamente e ricordo la comunicazione della vittoria di Antonella Bellan e i complimenti per la profezia azzeccata in pieno! Nel tempo seppi poi che Antonella aveva iniziato una carriera professionale, ciò che mi fece ovviamente piacere.
Anche Albino Montisci è divenuto un grande personaggio della scena musicale piemontese, ma non ho più avuto modo di incontrarlo.

Io ebbi anche l'onore di una citazione su “La Stampa”, con tanto di riconoscimento “nobiliare” nel
senso che venni citato addirittura come il Maestro “Enrico Maria Casalis”.
Questo é il link che racconta una delle “serate”.
http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,vie
wer/Itemid,3/page,5/articleid,1518_02_1971_0116A_0021_23282150/
Ma vorrei anche regalarle, Egregio Sig. Vito, un reperto storico: si tratta dell'elenco ufficiale dei
pertecipanti alla prima serata della Mascherina d'Oro di Venerdì 26 Marzo 1971! Bei tempi...

 Ho trovato anche una foto che ha puramente valore per il sottoscritto, qui ripreso in un elegantissimo smoking nella serata del 14 maggio del 71, ricorrenza del 23° compleanno. Nell'occasione un attestato con auguri da parte di un funzionario della casa editrice (Francesco Carrata, se non ricordo male) durante la serata al Club 84; sto ancora cercando una fotografia di gruppo di una serata al Club 84 dove fu ospite d'onore Franco Tozzi (spero di trovarla).
I musicisti con cui ebbi contatto, anche breve, senza collaborare musicalmente, ma importanti per la formazione musicale e soprattutto umana di quel tempo furono i maestri Nuccio Nicosia, poi Carletto Spinardi, Bevione (avendo come punto di frequentazione la "Maison de Musique", il negozio musicale in corso Orbassano del compianto Marcellino Signetti). 
Nuccio Nicosia fu il mio insegnante di chitarra per più di un anno. Allora quindicenne, abitava a Santa Rita ed ogni domenica mi recavo a casa sua in via Stampatori per la lezione. Grande maestro e valente musicista, lo rividi ancora nei primi anni '80 nel negozio di musica di via Guala, il Salotto Musicale di Giuliano Merizzi.
In altro periodo collaborai con il maestro Antonino Mameli, oggi ottantenne, che vive a San Maurizio Canavese anch'egli infruttuosamente cercato, in un progetto con Sergio Buscaglione.
Al Florida avemmo la collaborazione del bravissimo sassofonista Silvano Morra.
Altri nomi, Ermenegildo "Gildo" Nadalin, leggenda per i giovani chitarristi in erba, il cantante Paolo Zavattero.

Mi sovvengono altri flash: una sostituzione di tastierista con il gruppo torinese Thomas e i Targets, bravi e simpatici, a Castelfranco Emilia forse nel 1970; e poi mi ricordo che nel 1964 con il nostro gruppo The Blue Stars ci esibimmo al Fortino e nell'occasione accompagnammo "The Bulgars", un quartetto solo vocale che interpretava magistralmente il repertorio nascente dei Beatles (Please please me, Misery, ecc.)
Un altro personaggio accompagnato in qualche occasione fu un cantante conosciuto come David, l'emulo di Adamo; durante una sostituzione presso la sala De Benedetti di Piazza Carignano, nel 1968 con obbi la brava cantante Gabriella DI Blasio, che fu ospite d'onore proprio durante una serata della Mascherina d'Oro.

Sperando di averle fatto cosa gradita, La ringrazio come sempre per l'attenzione e la saluto cordialmente.

                                                                     Enrico CASALI


martedì 12 gennaio 2016

Bowie in Italia (Giganti, Computers, Profeti, Dawn Vinci)












Come è giusto che sia, da ieri i giornali si sono riempiti di coccodrilli su David Bowie, rievocando le molteplici sfaccettature della sua arte.
E' giusto perchè indubbiamente con la scomparsa di David Jones il mondo è più povero: perde un artista che ha contribuito a rendere la vita e l'esistenza di tutti noi (anche di chi non lo ha mai ascoltato) migliore, creando melodie, armonie, ritmi e liriche che resteranno nel tempo perchè, come qualcuno ha detto, la musica classica del xx secolo è il rock, con il jazz, e come noi ricordiamo dopo secoli Bach, Vivaldi e Mozart come testimoni della loro epoca così tra secoli chi vorrà conoscere musicalmente il '900 dovrà farlo attraverso nomi come i Beatles, gli Stones, Miles Davis, Duke Ellington, ed anche David Bowie.
Personalmente sono contento di aver vissuto la mia giovinezza accompagnato da questi artisti, di aver vissuto in quell'epoca sicuramente tempi molto più interessanti di quelli attuali (che tristezza che mi fanno gli adolescenti di oggi, non certo per colpa loro)
Anche il blog vuole ricordare il Duca Bianco e, visto che in genere privilegiamo la musica italiana, presentiamo proprio alcuni dischi italiani legati a Bowie (e due canzoni straniere legate all'Italia).
Cominciamo partendo da un 45 giri dei Giganti datato 9 novembre 1970 che sul lato A riprende la notissima "Space oddity": come tutti sanno la canzone era stata incisa l'anno precedente dallo stesso autore con un testo scritto da Mogol e intitolato "Ragazzo solo ragazza sola", che trasformava il brano in una canzone d'amore non particolarmente originale, e la stessa versione venne anche incisa da un duo, i Computers (per notizie su di loro vi rimando al blog del Vampiro), versioni che trovate entrambe nel post.
La cosa particolare è che Mogol firma anche il testo cantato dai Giganti che, pur non essendo fedele letteralmente, mantiene il significato generale dell'originale; tra l'altro vi è anche un intermezzo
parlato con un dialogo tra la torre di controllo e il capitano John (che riprende il maggior Tom di Bowie): come sia possibile la stessa firma su testi diversi è un mistero che solo la SIAE potrebbe sciogliere...
Musicalemente l'arrangiamento ricalca quello originale, tranne nel finale con un assolo di organo suonato da Vince Tempera.
Sul retro vi sono due brani, il primo è "Mia cara ti odio", cover di "Little darling" dei "The Diamonds" (che a loro volta avevano ripreso un vecchio brano dei The Gladiolas (scritto dal pianista del gruppo Maurice Williams, autore qualche anno dopo della celeberrima "Stay" incisa anche dall'Equipe 84), mentre la secconda, "Tutta tutta", è una canzone di Fred Bongusto (tratta dal film dello stesso anno "Venga a prendere il caffé da noi" di Alberto Lattuada, autore del testo ) che i Giganti reinterpretano in maniera originale, con un inizio al limite del grottesco.
Un'altra cover in italiano di Bowie è "L'amore mi aiuterà", testo di Daniele Pace per "Starman", che viene incisa da Mara Cubeddu (che ricordiamo nei Flora Fauna Cemento e poi nei Daniel Sentacruz Ensemble) con lo pseudonimo Dawn Vinci e dai Profeti (che tra l'altro nello stesso periodo incidevano anche una cover in italiano di Hot Love dei T-Rex di Marc Bolan, tanto per rimanere in territori glam): anche in questo caso il testo italiano nulla ha in comune con l'originale.
Pochi sanno che, oltre a "Ragazzo solo ragazza sola" Bowie incise anche un altro brano in italiano, e cioè una deliziosa cover swing di "Nel blu dipinto di blu", inserita con il titolo "Volare" nella colonna sonora del film "Absolute beginners", con una pronuncia decisamente migliore rispetto a quella del 1969.
La canzone conclusiva è cantata dal chitarrista di Bowie, Mick Ronson, ed è tratta dal suo primo album da solista, si intitola "Music is lethal" e non è altro che una versione in inglese di "Io vorrei...non vorrei...ma se vuoi" di Lucio Battisti: il testo che sostituisce quello di Mogol è proprio opera di David Bowie, che peraltro nel corso degli anni ha sempre mostratto apprezzamento verso il musicista di Poggio Bustone.
I due in effetti, pur nelle evidenti diversità, sono accomunati da una cosa, e cioè dai "Changes", come cantava Bowie: provate ad ascoltare di seguito gli album "Ziggy Stardust", "Heroes" e "Let's dance": a parte la voce, sembrano l'opera di tre artisti diversi, e la stessa operazione si può fare, ad esempio, con "Umanamente uomo: il sogno", "Anima latina" e "Don Giovanni" (o con "A saucerful of secrets", "The dark side of the moon" e "The wall" o con "The freewhelin", "Blonde on blonde" e "Desire"): questo è quello che distingue gli artisti dagli imprenditori della canzone, che ogni due o tre anni pubblicano sempre lo stesso disco con la stessa musica con le stesse parole da quarant'anni di onesta professione.

1) I Giganti - Corri uomo corri (Mogol-David Bowie) (1970)
2) I Giganti - Mia cara ti odio (Ermanno Parazzini-Maurice Williams) (1970)
3) I Giganti - Tutta tutta (Alberto Lattuada-Fred Bongusto) (1970)
4) David Bowie - Ragazzo solo ragazza sola (Mogol-David Bowie) (1969)
5) I Computers - Ragazzo solo ragazza sola (Mogol-David Bowie) (1969)
6) I Profeti - L'amore mi aiuterà (Daniele Pace-David Bowie) (1972)
7) Dawn Vinci - L'amore mi aiuterà (Daniele Pace-David Bowie) (1972)
8) David Bowie - Volare (Nel blu dipinto di blu) (Domenico Modugno-Franco Migliacci-Domenico Modugno)
9) David Bowie - Space oddity (David Bowie) (1969)
10) David Bowie - Space oddity (demo) (David Bowie) (1969)
11) David Bowie - Starman (David Bowie) (1972)
12) Mick Ronson - Music is lethal (David Bowie-Lucio Battisti) (1974)








lunedì 4 gennaio 2016

Vasso Ovale - Raffaella/Tu non sei lei (1971)













Iniziamo il nuovo anno con un artista di cui abbiamo parlato già alcune volte nel blog, e cioè Vasso Ovale, cantante torinese che ho conosciuto qualche anno fa grazie a Federico Sardo e che ho anche intervistato per "BEATi voi!". Nel 1971 Vasso incide un 45 giri per una piccola casa discografica emiliana, la Cobra Record (qualche informazione sull'etichetta la trovate nell'intervista). Il brano sul lato A,"Raffaella", è una bella canzone ritmata ed orecchiabile, credo che se fosse stata pubblicata con un'etichetta più importante, con il relativo lancio pubblictario, avrebbe anche potuto ottenere un discreto successo; interessante l'arrangiamento.
La musica è del padre del cantante, il maestro Achille Ovale, mentre i testi sono di Francesco Specchia e del medico torinese Renato Scala.
"Tu non sei lei" ha un flauto in evidenza in tutto il brano, con la ritmica scandita dalla batteria; come per il lato A, anche in questo caso si tratta di una canzone d'amore, con il testo sempre di Specchia mentre la musica è firmata Cherchireos (e nell'intervista è spiegato chi si nascondeva dietro a questo pseudonimo).
Il disco non otterrà alcun successo: ormai gli interessi di Vasso Ovale vanno in altre direzioni, non più verso la musica, e quindi dopo altri due 45 giri (che abbiamo già presentato) deciderà di ritirarsi.


 1) Raffaella (Francesco Specchia-Renato Scala-Achille Ovale)
2) Tu non sei lei (Francesco Specchia-Cherchireos)