Cerca nel blog

domenica 6 settembre 2015

Gipo Farassino - Ij mè amor dij vint'ani (1976)

 










La Feeling Record Italiana è stata un'etichetta discografica torinese fondata da Renato Pent nel 1976, attiva per circa una decina di anni e che ha avuto tra i suoi artisti Egisto Macchi (che pubblicò con la Feeling alcune colonne sonore tra cui quella di "Padre padrone"), Raffaella De Vita, i redivivi Delfini, Valerio Liboni e Gipo Farassino: se a Milano hanno avuto Enzo Jannacci, noi abbiamo avuto Gipo, la differenza forse è che qui da noi non è stato così valorizzato come il medico cantautore sotto la Madonnina, ma le cose in comune (dall'uso del dialetto all'attenzione agli ultimi, fino a certi riferimenti alla musica d'oltralpe o al cabaret) sono moltissime.
L'album che presentiamo oggi, "Ij mè amor dij vint'ani", è il primo che la Feeling pubblicò: registrato negli studi dell'etichetta nel settembre 1976, come è riportato in copertina, ha gli arrangiamenti curati da Romano Farinatti, collaboratore abituale di Gipo.
Il disco si apre con "Gipo a Paris", che è la cover del celebre successo di Yves Montand (scritto da Francis Lemarque, anche se sull'etichetta appare erroneamente il nome di Lafarge), naturalmente con un testo in piemontese scritto da Giacomo Mario Gili (che si firma con il suo consueto pseudonimo, Larici) che ben si adatta alla melodia sottolineata dalla fisarmonica.
"Tango se-mai" descrive una serata in un night su una nave da crociera: mi rendo conto che per i non piemontesi la lingua può essere un ostacolo, ma credo che sapendo che "ciospa" significa racchia e "crin" maiale, il resto della canzone sia abbastanza comprensibile.
Notissima è "Ij Wahha Put-hanga", divertente canzone scritta da Walter Valdi che Farassino ha tradotto direi fedelmente in piemontese, mentre "Ël dehòrs del marghé" mette in luce l'aspetto più malinconico di Farassino; la poesia "Tèra 'd Piemônt" chiude il lato A.
La seconda facciata si apre con "La principessa Sukay-Peté", uno di quei ritratti spiritosi spesso presenti nel suo repertorio, seguita da una canzone particolare, " Ël paisan", il cui testo è la traduzione in piemontese de "Il pensionato" di Francesco Guccini, pubblicato pochi mesi prima in "Via Paolo Fabbri 43", adattata su un'altra musica, altrettanto malinconica di quella originale (il cantautore di Pavana non è però citato).
Più allegra "Ël baloss", che significa sciocco (c'è un proverbio in piemontese che recita "Grand e gros ,ciula e baloss") e che è anch'essa una traduzione da Walter Valdi.
"Mè bel amor" è una ballata, tra le canzoni migliori di Farassino, in cui la voce mi ricorda un po' quella di Fabrizio De André (che, come si sa, era amico di Gipo), mentre la title track conclude il disco ed è, anche in questo caso, una poesia.
Un bel disco che andrebbe ricuperato e ristampato in CD.
E mi piace concludere questo post, io che arrivo dal "tach", proprio con alcuni versi presi dal testo della poesia conclusiva:

Ah gineuria ampestà
ch'im sopate ij ciochin
an disend che Turin
l'é na pòvra sità,
sensa sol, sensa mar,
con ël cel sempre scur!
...
Ma përchè i dise nen
che sto cel a l'é 'n cel
che a fa tut lòn ch'a peul
e chi 'j pias nen giuro mach:
noi i-j doma 'l përmess
d'andé piess-lo 'nt ël frach!
E sto sol a l'é 'n sol
ch'a picrà nen tant fòrt
com a pica 'nt ël tach
ma për chi a veul rusché
e sgairene 'd sudor
sto sol-sì a peul basté!


LATO A

1) Gipo a Paris (Gipo Farassino-Larici- Francis Lemarque)
2) Tango se-mai (Gipo Farassino-Romano Farinatti)
3) Ij Wahha Put-hanga (Gipo Farassino-Walter Valdi)
4) Ël dehòrs del marghé (Gipo Farassino)
5) Tèra 'd Piemônt (Gipo Farassino-Romano Farinatti)

LATO B

1) La principessa Sukay-Peté (Gipo Farassino-Romano Farinatti)
2) Ël paisan (Gipo Farassino-Francesco Guccini-Romano Farinatti)
3) Ël balòss (Gipo Farassino-Walter Valdi)
4) Mè bel amor (Gipo Farassino)
5) Ij mè amor dij vint'ani (Gipo Farassino-Romano Farinatti)

Nessun commento:

Posta un commento