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mercoledì 9 luglio 2014

Ernesto Bassignano - Moby Dick (1975)












Torniamo dopo un po' di tempo a parlare di Ernesto Bassignano, presentando il suo secondo album (del primo ne abbiamo trattato in questo post) inciso per la RCA Italiana.
Come si sa, Bassignano è uno dei quattro ragazzi con la chitarra citato da Venditti in "Notte prima degli esami", e dei quattro era sicuramente quello più schierato politicamente.
Il disco per quel che riguarda la scrittura è a pieno titolo inseribile in quella che era la canzone d'autore di quel periodo: Bassignano scrive tutti i brani, tranne "Da terra arida", che è l'unico non inedito in quanto pubblicato su 45 giri nel 1972 (ne abbiamo parlato qui) e scritto insieme a Leo Capello, un amico di Enrico Manca che lavorava per il P.S.I.
Partecipano alle registrazioni Gianni Leone (Leo Nero) del Balletto di Brono alle tastiere, Franco Coletta (ex componente di Chetro & Co, in seguito negli Alunni del Sole) al basso e alle chitarre, Giorgio Battistelli alla batteria, Vito Contarini alle chitarre, suonate anche da Ettore De Carolis, che cura gli arrangiamenti.
La realizzazione è di Rino Gaetano che, secondo quel che mi ha raccontato lo stesso Bassignano nell'intervista pubblicata nel numero 3 di "Musica leggera" (di marzo/aprile 2009), sbagliò la velocità del nastro durante la messa a punto del master, rallentandolo leggermente, e questo spiega il tono della voce del cantautore, più bassa e cupa rispetto al suo solito.
Il disco non è mai stato ristampato in CD:


LATO A

1) Moby Dick
2) L'unica canzone
3) A Victor
4) Sole sulla gente
5) L'uomo col fucile

LATO B

1) Sto pensando
2) Da terra arida
3) Chiudere gli occhi
4) Non è stato Dio
5) Ninna nanna sorella

mercoledì 25 giugno 2014

Fiorella Giacon - Napulitano cha cha cha/Rimpianto d'amore (1959)












Ritorniamo a parlare di Fiorella Giacon, la cantante dell'orchestra Rosaclot di cui abbiamo già presentato un 45 giri a settembre 2013 ed un EP a settembre 2011, con questo 45 giri del 1959 (la matrice porta la data del 22 luglio) pubblicato dalla torinese Excelsius.
"Napulitano cha cha cha" è una canzone "made in Turin", visto che la musica è di Giovanni Rosa Clot ed il testo di Armando Costanzo: una melodia carina che riecheggia più il mambo che il cha cha cha, mentre il testo racconta una storia d'amore tra due ragazzi napoletani, e fa specie il fatto che né gli autori né l'interprete abbiano a che fare con Napoli.
"Rimpianto d'amore" è invece la cover di "(All of a sudden) My heart sings", un terzinato inciso nella versione originale da molti interpreti tra cui Duke Ellington (nel film "Anchors aweigh"), Johnnie Johnston e Paul Anka ed in francese da Charles Trenet con il titolo "En écoutant mon cœur chanter", con un testo d'amore abbastanza di maniera scritto da Decio Ardo (pseudonimo di Matteo Treppiedi).
Molti ascoltando questo brano riconosceranno la melodia di una canzone incisa qualche anno dopo da Fausto Leali, "Per un momento ho perso te", che è in effetti una cover di "My heart sings" con un testo diverso scritto da Mogol, e che trovate come bonus track (grazie Vampiro) insieme alla versione del 1959 di Paul Anka.
Bella la voce della Giacon, che si mette in evidenza in entrambi i brani, con un acuto nel finale di "Rimpianto d'amore".

1) Napulitano cha cha cha (Armando Costanzo-Giovanni Rosa Clot)
2) Rimpianto d'amore (Decio Ardo-Henri Herpin)
Bonus track: 3) Paul Anka - (All of a sudden) My heart sings (1959)
                    4) Fausto Leali - Per un momento ho perso te (1967)

sabato 21 giugno 2014

Corrado Castellari - Gente così come noi/La signora Sofia (1976)






















Tra i molti personaggi del mondo musicale che ci hanno lasciato in questi ultimi mesi, Corrado Castellari è stato sicuramente uno di quelli che è stato meno ricordato, sicuramente perché il grossodella sua attività è stato dietro le quinte, come autore, spesso in collaborazione con il fratello Camillo, per cantanti come Iva Zanicchi, Mina, Ornella Vanoni (e in questo blog ne abbiamo accennato a proposito di "La balordaggine", interpretata da Bruno Lauzi, e di "Se il giro del mondo", per la cantante torinese Laura Carlini); tuttavia ha avuto anche una carriera come cantautore, ed oggi presentiamo un suo 45 giri pubblicato dalla Ricordi nel 1976 con due canzoni scritte entrambe insieme a Camillo (la cui scrittura risale all'anno prima, come riportato sul retro di copertina).
"Gente così come noi" è una ballata musicalmente interessante e ben arrangiata, con un testo d'amore forse un po' debole: peccato perché sicuramente con altre parole la canzone avrebbe avuto tutt'altro peso.
"La signora Sofia" è, da questo punto di vista più interessante, raccontando con un linguaggio ricercato che spesso fa uso di metafore la vicenda di una signora matura ma ancora piacente che attira le attenzioni di un giovane, una storia un po' alla Ivan Graziani (avete presente "Signora bionda dei ciliegi"?).
In questo brano, che inizia con un accompagnamento di chitarra arpeggiata, è presente l'orchestra d'archi diretta da Claudio Fabi.
Il disco è prodotto da Sandro Colombini, che non ha certo bisogno di presentazioni.

1) Gente così come noi (Camillo e Corrado Castellari)
2) La signora Sofia  (Camillo e Corrado Castellari)

domenica 8 giugno 2014

Beppe d'Môncale' - Le canssôn d'Beppe d'Môncale' (1966)













Di Beppe Morano avevamo parlato presentando un suo 45 giri del 1970; quest'oggi invece recensiamo il suo primo album del 1966 (la matrice è datata 28 maggio) pubblicato dalla Cricket, che era una sottoetichetta della Fonit-Cetra.
In realtà la recensione vera e propria del disco la potete trovare in questi due articoli pubblicati ad agosto da "La Stampa" e da "Stampa Sera", per cui non ci dilunghiamo sull'analisi dei singoli brani, di cui evidenziamo solo "'L _Beatles_ d' Porta Pila" per il tema particolare (d'altronde si era in piena era beat...) e "La piola dij rubinet" perché è stata ripresa in seguito da Mario Piovano, che è anche citato nella copertina dell'album.
Piovano è del resto l'autore di quasi tutti i brani del disco, ed anche quelli tradizionali (che sono "I forestè", "'L ciocaton" e appunto "La piola dij rubinet") sono comunque rielaborati da lui, mentre i testi sono del giornalista Piero Novelli con la collaborazione in due brani di Franco Roberto.
Novelli firma anche la presentazione del disco che potete leggere nel retro di copertina.
Beppe Morano è accompagnato alla fisarmonica da Piovano e alla chitarra da Gino Luone.


LATO A

1) 'L tango dj' ajassin (Piero Novelli-Mario Piovano)
2) La banda dij cioch (Franco Roberto-Piero Novelli-Mario Piovano)
3) I forestè (tradizionale)
4) Che sumia (Franco Roberto-Piero Novelli-Mario Piovano)
5) Pizzo alla greca (Sandro Gatti Goria)
6) Pautasso Lice (Piero Novelli-Mario Piovano)

LATO B

1) 'L bateur
2) 'L ciocaton (tradizionale)
3) La portiera dij Molass (Piero Novelli-Mario Piovano)
4) 'L tombarel (Piero Novelli-Mario Piovano)
5) La piola dij rubinet (tradizionale)
6) 'L _Beatles_ d' Porta Pila (Piero Novelli-Mario Piovano)

venerdì 30 maggio 2014

Sugar and Candies - Voulez vous danser/My woman (1977)




Dopo un periodo di varie attività molto intense che hanno di conseguenza fermato il blog, riprendiamo da oggi (e speriamo con rinnovata continuità) con un post di quelli che vanno a ripescare nel passato dei nomi noti, all'inizio della loro carriera quando ancora non erano stati raggiunti dalla fama.
Nel 1977 la UP, una delle tante etichette in cui Walter Gurtler ha organizzato il gruppo Saar (tra le tante ricordiamo le prime, la Celson e la Music, e poi la Jolly, la Joker, la Stella, l'Harmony, la Lotus...), pubblica questo 45 giri del complesso Sugar and Candies, il cui nome significa "zucchero e canditi".
Credo che a questo punto molti di voi avranno capito chi è il cantante e chitarrista del gruppo: si tratta di
Adelmo "Zucchero" Fornaciari che, prima di raggiungere la fama nel decennio successivo, ha affrontato lunghi anni di gavetta in varie formazioni toscane ed emiliane, a partire da Le Nuove Luci, con cui aveva debuttato discograficamente nel 1971 (con il 45 giri "Canto di maggio/Juanita").
I canditi in questione sono Bruno Mosti, alla voce e alle tastiere, Fabrizio, batterista di Prato, Alfonso, di Carrara, alla seconda chitarra, Gary alla seconda batteria (Sugar and Candies suonano infatti con due batterie) ed un bassista di cui non sono riuscito a reperire il nome.
Grazie al produttore Romolo Ferri, con cui Fornaciari ha già lavorato in passato, ottengono un contratto con la Saar per cui pubblicheranno quattro 45 giri che passeranno inosservati: questo è il primo, e contiene sul lato A una canzone scritta dallo stesso Ferri (che sull'etichetta si firma Roferri ed in SIAE con il suo vero nome, e cioè Albino Mammoliti), un brano di discomusic abbastanza dozzinale come se ne producevano tanti in quel periodo in Italia, cantato da Zucchero e da Mosti a due voci.
Molto più interessante la ballata sul lato B del disco, "My woman", firmata Uones-Capogh-Roferri nell'etichetta, ma depositata in SIAE da Albino Mammoliti per la musica e da Ronald Hugo Jones (cioè Ronnie Jones) per il testo: per cui è evidente che Uones è un errore di stampa, mentre invece Capogh è lo pseudonimo usato spesso da Carlo Poggiani (che in SIAE risulta come non amministrato).
In seguito Zucchero reinciderà la canzone con un nuovo testo, scritto da Gino Paoli (come ha raccontato lo stesso Fornaciari nel suo libro "Il suono della domenica"), ed il titolo "Bambino io, bambino tu", trasformandola in un bel brano reggae (tra le cose migliori del suo album best-seller "Blues"), ed anche Paoli la riproporrà in un suo disco dal vivo.
La cosa strana è che in Siae Paoli risulta, con Albino Mammoliti, autore della musica, mentre il testo è firmato da Zucchero e da Ronnie Jones (autore del testo originale).


1) Voulez vous danser (Albino Mammoliti)
2) My woman (Ronnie Jones-Carlo Pogggiani-Albino Mammoliti)
Bonus track:
3) Zucchero Fornaciari - Bambino io, bambino tu (Zucchero Fornaciari-Ronnie Jones-Albino Mammoliti-Gino Paoli)
4) Gino Paoli - Bambino io, bambino tu (Zucchero Fornaciari-Ronnie Jones-Albino Mammoliti-Gino Paoli)

domenica 30 marzo 2014

Piero Montanaro - Fiore d'ingenuità/Mondo di carta (1977)












Ritorniamo a parlare del cantautore piemontese Piero Montanaro, del quale tempo fa avevamo presentato un 45 giri, con un'altra incisione pubblicata nel 1977 dalla
Come si può vedere dai nomi degli autori, continua comunque la collaborazione con Vittorio De Scalzi e Mauro Panattoni, che scrivono le musiche dei due brani; le due canzoni inoltre sono registrate allo "Studio G" di Genova.
I testi invece sono scritti da Montanaro con Lanfranco Busnelli, paroliere tra l'altro di alcuni brani di Simone Tomassini.
"Fiore d'ingenuità" ricorda certe melodie dei New Trolls di quel periodo (1976-1978), con un testo d'amore; anche "Mondo di carta" è una canzone d'amore, musicalmente più melodica, ed entrambi i brani si distaccano da quella che sarà la produzione successiva di Piero Montanaro.

1) Fiore d'ingenuità (Piero Montanaro-Lanfranco Busnelli-Mauro Panattoni-Vittorio De Scalzi)
2) Mondo di carta (Piero Montanaro-Lanfranco Busnelli-Mauro Panattoni-Vittorio De Scalzi)

martedì 18 marzo 2014

Sergio Endrigo - Canzoni venete (1976)




Oggi esaudiamo una delle richieste che sono pervenute al blog con questo bel disco di Sergio Endrigo, che inaspettatamente è stato richiesto da più utenti in più occasioni: inaspettatamente perché si tratta di un disco di canzoni folk dell'area veneta, e non è certo uno dei dischi più noti di Endrigo, pur essendo sicuramente uno dei più interessanti.
Non è mai stato stampato in CD, come peraltro altri LP del cantautore: qualche tempo fa la figlia Claudia, che con caparbietà e costanza porta avanti la memoria del suo papà, si era data da fare per fare pressioni sulla Warner (che, se non vado errato, detiene i diritti della Fonit-Cetra) per ristampare in digitale i dischi del padre, ed in effetti qualcosa era stato pubblicato, compresa una doppia raccolta dei 45 giri: non sono stati invece stampati i dischi registrati per la Vanilla, quelli per l'RCA e quelli per la Ricordi, tra cui appunto questo "Canzoni venete".
Tra l'altro con l'occasione di questo post possiamo festeggiare il compleanno (o per meglio dire l'anniversario del suo acquisto da parte del cantautore)  di Paco, il pappagallo brasiliano a cui Endrigo in collaborazione con Vinicius dedicò una celebre canzone, recentemente riproposta da Alessio Lega.
E al pappagallo si collega la canzone che apre il disco, "El merlo", non solo perché si tratta in entrambi i casi di volatili, ma perché l'arrangiamento del brano lo ricorda, ed è anch'essa una canzone per bambini.
Tutt'altra l'atmosfera di "El ben che te voj", delicata canzone d'amore acustica arrangiata (come tutti gli altri brani, che sono tradizionali) da Gianfranco Lombardi.
Mia Martini canta con il cantautore in "O dona lombarda" e in "Cecilia", che in realtà sono due brani che si ritrovano in molte tradizioni del Nord Italia, non solo in Veneto: ne esistono versioni in lombardo e in piemontese (la prima è stata incisa tra gli altri anche dai Cantovivo nel disco "Leva la gamba" e da Angelo Branduardi nell'album "Futuro antico III"); in "O dona lombarda" inoltre suona la chitarra Ettore Cenci.
"La dona grassa" è un altro tema presente in moltissime tradizioni, anche al sud: basta pensare che negli ultimi versi del brano veneto di parla della donna riccia che per ogni riccio ha un capriccio, e viene in mente il pugliese Domenico Modugno con "La donna riccia"; la canzone è poi stata modificata nel testo alla fine dell'800 dagli anarchici, diventando la celeberrima "Bandiera nera", e così versi come "La donna grassa non la voglio no, perché de notte la me sconquassa, la donna grassa non la voglio no" sono sostituiti da "Bandiera nera non la voglio no, perché l'è il simbolo della galera, bandiera nera non la voglio no".
"Fa la nana bel bambin" e "Nana bobò" sono due ninnenanne delicate, seguite da una canzone in cimbro, e che per questo motivo è l'unica di cui all'interno della copertina sia riportata la traduzione, "Da orch in Martal", che nel finale si trasforma in una marcetta.
Molto conosciute sono "O Dio del cielo" e "Me compare Giacometo", in cui il protagonista è in realtà il suo gallo, a cui la padrona tira il collo.
"Che bele tetine che ga la Marianna" è un valzer lento, mentre conclude il disco "No la sa cusir".
Un album con cui probabilmente Sergio Endrigo, che come sappiamo era istriano di Pola, si riappropria in un certo modo delle sue radici musicali popolari, essendo per motivi storici l'Istria da sempre legata a Venezia (ricordiamo che storicamente il territorio della Repubblica Marinara di Venezia, la Serenissima, ha avuto un'unità politica, economica e linguistica di poco più di 700 anni).

LATO A

1) El merlo
2) a) El ben che te voj
    b) O dona lombarda
3) El Mario de Pagia
4) a) La dona grassa
    b) Se te tol 'na dona grassa
5) a) Longa longa
    b) Vilota
6) Questa è la note che non dormo in leto

LATO B

1) Cecilia
2) a) Fa la nana bel bambin
    b) Nana bobò
3) Da orch in martal
4) a) O Dio del cielo
    b) Che bele tetine che ga la Marianna
5) Me compare Giacometo
6) No la sa cusir

venerdì 14 marzo 2014

Gipo Farassino - Turin bel cheur (1979)












Nel 1979 Gipo Farassino ritorna per la terza volta alla Fonit-Cetra, dopo la prima parentesi alla Polydor e la seconda alla Feeling Record, piccola etichetta distribuita dalla CGD: è l'ultimo periodo in cui la casa discografica ha ancora la sede torinese in via Bertola, che di lì a poco verrà chiusa ed accorpata a Milano.
Il disco, registrato in un'unica seduta il 4 settembre, si apre con la title track, un motivo allegro che rende omaggio alla città natale di Gipo
"La prima volta" è un valzer che racconta l'amore giovanile per una certa Monica, con cui il protagonista della canzone (paragonato dalla ragazza a John Travolta) vorrebbe vivere la sua prima volta, ma giunto al momento cruciale ha un'amara sorpresa, mentre "Barrierante's night" è un blues in cui la voce di Gipo ricorda alcune cose di Buscaglione.
"Per Valentina" è una fiaba dedicata ad una delle due figlie del cantautore (l'altra è Caterina), mentre "El temp dle fiur" conclude il lato A.
"Campa la ciav" che apre il lato B è una tarantella, con tanto di mandolino, che in alcuni passaggi strumentali fa venire in mente "Don Raffae'" di Fabrizio De André (posteriore però di più di dieci anni), mentre "Serenada a mama", "Mia solitudine" e "Stà libertà" sono canzoni nate all'interno di due spettacoli teatrali di Gipo, e sono tre canzoni molto poetiche (per quei pochi ahimè che riescono a capire i testi).
"Turin 78" inizia come una marcia per poi trasformarsi in ballata, con un testo particolare che paragonando la Torino del passato con quella della fine degli anni '70 cita anche l'assassinio di Carlo Casalegno da parte delle Brigate Rosse.
Sul retro di copertina vi è una presentazione del disco scritta dal regista Massimo Scaglione (il marito della celebre ballerina Loredana Furno).
L'album è arrangiato da Romano Farinatti, collaboratore abituale di Gipo ed autore delle musiche di due canzoni, "Barrierante's night" e "Turin 78"; tra i musicisti che partecipano all'incisione ricordiamo il noto chitarrista Luigi Catalano, oltre al contrabbassista Giorgio Marotti e a Claudio Farinatti, fratello di Romano, alla batteria e alle percussioni.

LATO A

1) Turin bel cheur (Gipo Farassino)
2) La prima volta (Gipo Farassino)
3) Barrierante's night (Gipo Farassino-Romano Farinatti)
4) Per Valentina (Gipo Farassino)
5) El temp dle fiur (Gipo Farassino)

LATO B

1) Campa la ciav (Gipo Farassino)
2) Serenada a mama (Gipo Farassino)
3) Turin 78 (Gipo Farassino-Romano Farinatti)
4) Stà libertà (Gipo Farassino)
5) Mia solitudin (Gipo Farassino)

domenica 9 marzo 2014

Bruno Lauzi - Alla grande... (1979)













Oggi presentiamo un altro album di Bruno Lauzi: siamo alla fine degli anni '70, e "Alla grande..." è il terzultimo LP inciso per la Numero Uno (seguiranno un Q disc e nel 1983 "Palla al centro", di cui prima o poi ci occuperemo).
Il disco contiene anche due brani pubblicati nel 1978 su 45 giri, "Ah l'amore" e "Sconosciuto amore mio": il primo aveva partecipato al Festivalbar in quell'anno, ed è forse la canzone più nota dell'album, insieme a "Canzone d'amore" e la divertente "L'uomo bamba", entrambe pubblicate anch'esse su 45 giri poco prima dell'uscita dell'album.
Non vi sono novità particolari nelle canzoni: lo stile è quello tipico di Lauzi, ma vi sono molti brani interessanti e piacevoli, tra cui (come è ormai abitudine nei dischi del cantautore genovese) una cover di Paolo Conte, "Bartali", in cui l'avvocato suona il pianoforte; ricordiamo che nello stesso anno era stata pubblicata sia la versione originale sia la celeberrima cover di Jannacci (nell'album "Fotoricordo").
La title track contiene una citazione polemica verso Eugenio Finardi: nel disco precedente, in "Io canterò politico", veniva citato Guccini (in modo, bisogna dire, molto più amichevole), ed è con questo brano che "Alla grande" si colloca in continuità.
Da citare inolte "Pensa per te", con musica di Simonluca, e "La balordaggine", scritta dai fratelli Camillo e Corrado Castellari (come sapete, quest'ultimo ci ha lasciato qualche mese fa).
Tra i coristi è da citare Marco Ferradini, che poco prima ha iniziato la carriera come solista.
Produce Alessandro Colombini, che si occupa anche degli arrangiamenti (tranne che per "Bartali", che arrangia con Conte, e "Pensa per te", in cui collabora con Simonluca).

LATO A

1) Canzone d'amore (Bruno Lauzi)
2) Bartali (Paolo Conte)
3) Sconosciuto amore mio (Bruno Lauzi)
4) L'uomo bamba (Bruno Lauzi)
5) Canzone disperata (Bruno Lauzi)
6) Alla grande (Bruno Lauzi)
 
LATO B


1) Ah...l'amore (Bruno Lauzi)
2) Marianna (Bruno Lauzi)
3) Pensa per te (Bruno Lauzi-Simonluca)
4) La macchina (Bruno Lauzi)
5) La balordaggine (Camillo e Corrado Castellari)
6) Passatempo (Bruno Lauzi)

martedì 4 marzo 2014

Paolo Comorio - Il soldato/Una valle-Un richiamo-Una preghiera (1964)













Di Paolo Comorio avevamo parlato presentando due 45 giri di Giorgio Santiano: il maestro pinerolese (ma adottato da Diano Marina) lo ritroviamo anche in questo disco di Comorio (inciso con il gruppo beat dei 55 Springs), di cui Santiano è autore delle musiche.
I testi sono invece di Tito Orbecchi, sconosciuto paroliere piemontese: per fortuna ci viene in soccorso la copertina di questo disco, che sul retro ha alcune notizie biografiche e ci informa che è nato il 26 febbraio 1911 a Villafranca Piemonte, e questo dovrebbe essere il suo primo disco inciso come autore.
Il brano sul lato A, "Il soldato", è una canzone antimilitarista con una musica in stile beat e la batteria che risulta in evidenza sugli altri strumenti.
Sul retro un lento con la chitarra elettrica in evidenza e un organo che accompagna il cantato; il testo è d'amore, tutto sommato abbastanza banale.
Il disco è pubblicato dalla Artis, etichetta di proprietà di Santiano.

1) Il soldato (Tito Orbecchi-Giorgio Santiano)
2) Una valle-Un richiamo-Una preghiera (Tito Orbecchi-Giorgio Santiano)

mercoledì 26 febbraio 2014

AA.VV. - Triunfadores de San Remo '71 (1971)












Come avevano anticipato nell'ultimo post, c'era ancora un'appendice sanremese, ed è il disco di oggi che, pur essendo intitolato "Triunfadores de San Remo '71", in realtà contiene anche canzoni che con quell'edizione del festival non hanno nulla a che fare.
Ed anche sulla lingua non c'è uniformità: nel disco vi sono canzoni in italiano ed altre in spagnolo, ed inoltre alcune hanno in copertina e sull'etichetta il titolo in spagnolo, pur essendo in realtà in italiano.
Interessanti sono le traduzioni di brani come "Maravilloso" di Modugno (una canzone di quelle che non c'entravano con il festival) o "La cancion que trae la fortuna".
Sicuramente "Lo schiaffo", pur essendo un brano partecipante, non può certo essere annoverato tra quelli "trionfatori" di Sanremo, né nella versione dei Gens, presente nell'album, né in quella di Jordan.
Comunque un disco interessante e particolare.

LATO A

1) Nada - Il cuore è uno zingaro (Franco Migliacci-Claudio Mattone)
2) José Feliciano - Que serà (Franco Migliacci-Carlo Pes-Jimmy Fontana)
3) Lucio Dalla - 4/3/1943 (Paola Pallottino-Lucio Dalla)
4) Domenico Modugno - Maravilloso (Lecha-Riccardo Pazzaglia-Domenico Modugno)
5) Nicola Di Bari - Agnese (Nicola Di Bari)
6) Tony Renis - La cancion que trae la fortuna (Medi Mandour-Alberto Testa-Orfelio Cesas-Tony Renis)

LATO B

1) Domenico Modugno - Como estas (S. Marauda-Riccardo Pazzaglia-Domenico Modugno)
2) Nicola Di Bari - Il cuore è uno zingaro (Franco Migliacci-Claudio Mattone)
3) Nada - Insieme mai (Franco Migliacci-Claudio Mattone)
4) Lucio Dalla - Il fiume e la città (Sergio Bardotti-Lucio Dalla)
5) Gens - Lo schiaffo (Giandiego Deriu-Vincenzo Barsanti)
6) José Feliciano - Pegao (José Feliciano)

domenica 23 febbraio 2014

Lucia Rizzi - L'addio/Amore vero (1970)













Ultimo post sanremese di quest'anno (o quasi, come vedremo con il prossimo) per la cantante torinese (ma la famiglia è di origine pugliese, il padre è un pittore) Lucia Rizzi, che vince il festival di Castrocaro l'anno precedente (insieme a Dino Drusiani) e quindi ottiene il diritto di partecipare al Festival l'anno successivo

"L'addio" è un valzer lento scritto da Sergio Bardotti per il testo, mentre la musica è firmata da quattro musicisti, Andrea Lo Vecchio, Plinio Maggi, Giorgio Antola e Michele Francesio: questi ultimi due però nell'etichetta scompaiono, mentre per errore Maggi è riportato come Raggi.
Tante firme per una canzone decisamente non memorabile, che infatti non ottiene alcun riscontro di vendita.
Con "Amore vero" la Rizzi partecipa al programma televisivo condotto da Pippo Baudo "Settevoci": il brano è decisamente più moderno rispetto al lato A, e la musica è scritta da Laura Giordano e Gian Piero Reverberi (che però non appare sull'etichetta tra gli autori), mentre il testo è di Rosario Leva.

Entrambi i brani sono arrangiati da Gian Piero Reverberi, che cura anche la produzione del disco.
 La Rizzi, dotata di una buona voce, non continua la carriera nella musica leggera.

1) L'addio (Sergio Bardotti-Andrea Lo Vecchio-Plinio Maggi-Giorgio Antola-Michele Francesio)
2) Amore vero (Rosario Leva-Laura Giordano-Gian Piero Reverberi)

sabato 22 febbraio 2014

AA.VV. - Sucedio en...SanRemo '72 (1972)












Il post sanremese di oggi è un disco inciso in spagnolo con alcune canzoni del festival del 1972: pubblicato dalla RCA in Messico, non tutte le canzoni sono eseguite dall'interprete originale, ma, nei casi di cantanti non appartenenti alla casa discografica di via Tiburtina, sono sostituiti da interpreti dell'RCA o di etichette del gruppo.
"Jesahel" dei Delirium, ad esempio, è cantata dai "Capitolo 6", che incidevano per la IT, mentre "Mediterraneo" di Milva è interpretata da Louiselle, che in quel periodo se non erro incideva per la Erre, e "Non voglio innamorarmi mai" di Gianni Nazzaro è qui cantata da Claudio Baglioni, ancora pre-maglietta fina.
Non ho invece notizie su Graciela che canta "Montagne verdi" di Marcella: presumo che si tratti di una cantante latinoamericana.
Il disco è interessante proprio per il fatto di presentare versioni inconsuete di brani a volte anche molto noti.
Nicola Di Bari è l'unico artista presente due volte: infatti la sua, essendo la canzone vincitrice, è presente sia in italiano, "I giorni dell'arcobaleno", che in spagnolo come "Los dias del arco iris".
Per quel che riguarda gli autori, ci sono due particolarità legate a due canzoni: la prima è "Amici mai", cantata da Rita Pavone, il cui testo è di Fabio Massimo Cantini, che usa lo pseudonimo Argante, mentre Mario Vicari, autore della musica, si firma Caviri.
L'altro brano è "Vado a lavorare, che è firmato per il testo da Petaluma, che è lo pseudonimo di Mimma Gaspari; non propriamente un successo per Morandi, anzi potremmo quasi dire che con il flop di questo disco il cantante di Monghidoro iniziò un periodo di crisi che, come sappiamo, durò alcuni anni.
Tra le altre canzoni, vi sono le versioni spagnole di "Piazza Grande" di Lucio Dalla (che in copertina è fotografato mentre suona la chitarra, strumento per lui inconsueto tant'è che non ne ricordo altre sue con questo stumento), "Un calcio alla città" di Domenico Modugno, in versione ecologica, "Come le viole" del bravo Peppino Gagliardi e una decisamente trscurabile "Il re di denari" di Nada.


LATO A

1) Nicola Di Bari - Los dias del arco iris (Carmen Garcia Lecha-Dalmazio Masini-Nicola Di Bari-Piero Pintucci)
2) Nada - El rey de oros (Marauda-Franco Migliacci-Claudio Mattone)
3) Claudio Baglioni - No quiero enamorarme mas (Moreno Signorini-Giancarlo Bigazzi)
4) Louiselle - Mediterraneo (Luigi Albertelli-Enrico Riccardi)
5) Capitolo 6 - Jesahel (Franco Terry-Ivano Fossati-Oscar Prudente)
6) Rita Pavone - Amigos no (Carmen Garcia Lecha-Fabio Massimo Cantini-Mario Vicari)
7) Gianni Morandi - Voy a trabajar (Marauda-Petaluma-Franco Migliacci-Vittorio Tariciotti-Marcello Marrocchi)

LATO B

1) Peppino Gagliardi - Como violetas (Gaetano Amendola-Peppino Gagliardi)
2) Lucio Dalla - Plaza Grande (Marauda-Giancarlo Baldazzi-Sergio Bardotti-Lucio Dalla-Rosalino Cellamare)
3) Graciela - Montañas verdes (Giancarlo Bigazzi-Gianni Bella)
4) Capitolo 6 - Te quiero (Franco Terry-Gian Pieretti-Ricky Gianco)
5) Louiselle - Gira el amor (Daniele Pace-Mario Panzeri-Lorenzo Pilat)
6) Domenico Modugno - Un puntapié a la ciudad (Carmen Garcia Lecha-Riccardo Pazzaglia-Mario castellacci-Domenico Modugno)
7) Nicola Di Bari - I giorni dell'arcobaleno (Dalmazio Masini-Nicola Di Bari-Piero Pintucci)

giovedì 20 febbraio 2014

Franco Tozzi - Non a caso il destino ci ha fatto incontrare/Per questo amore (1965)













Prima di passare al post di oggi, due cose legate invece all'attualita: oggi ho ascoltato al TG2 delle 13 un servizio sulla serata di ieri del festival, e a un certo punto la giornalista, parlando di Baglioni, ha detto (più o meno testualmente): "Il cantautore ha presentato la canzone che, trent'anni fa, aveva lanciato proprio dal festival e che fu indicata in seguito come la canzone del secolo". Ora: tutti sappiamo che la canzone a cui si riferisce la giornalista, "Questo piccolo grande amore", è stata incisa nel 1972 (quindi non trent'anni fa ma quarantadue), non è stata lanciata dal festival poiché Baglioni non ha mai partecipato in gara e quando l'ha presentata come ospite, nel 1985, il brano era stranoto con varie incisioni dal vivo, in studio ed anche all'estero....ho cambiato canale, ho visto il TG1 e lì hanno dato la notizia della morte di Gianni Borgna a 76 anni (si sarà trattato di un lapsus, invertendo nella lettura le cifre, visto che è morto a 67 anni?).
Passiamo a Franco Tozzi, che è meglio....il secondo post sanremese di quest'anno, post che è anche torinese, secondo la regola del blog dell'alternanza.
Nel 1965 il fratello maggiore di Umberto partecipò al festival (in quanto vincitore di Castrocaro l'anno precedente) con una canzone scritta da Carlo Alberto Rossi con il testo della moglie Marisa Terzi, che usa lo pseudonimo "Antartide"; "Non a caso il destino ci ha fatto incontrare" non è certo tra i brani più memorabili del Bacharach italiano, anche se nello sviluppo melodico si riconosce il suo stile.
L'arrangiamento e la direzione d'orchestra sono di Enzo Ceragioli, celeberrimo direttore già attivo ai tempi dell'Eiar.
Sul lato B una canzone più ritmata, scritta per il testo dalla cantante calabrese Flora Gallo (anche lei usa come la Terzi uno pseudonimo, Flogal) e per la musica dal marito Virgilio Braconi.
L'arrangiamento e la direzione d'orchestra in questo brano sono curati dal Maestro Giancarlo Chiaramello.

1) Non a caso il destino ci ha fatto incontrare (Marisa Terzi-Carlo Alberto Rossi)
2) Per questo amore (Flora Gallo-Virginio Braconi)

martedì 18 febbraio 2014

Lara Saint Paul - Il festival di Sanremo (1971)













Con l'inizio del Festival di Sanremo cominciamo la serie di post legati alla manifestazione, come facciamo ogni anno, e il primo disco presentato è una raccolta con sedici canzoni del festival di Sanremo del 1971 (su ventiquattro partecipanti) interpretate da Lara Saint Paul, la cantante italo-eritrea che a Sanremo aveva partecipato per la prima volta nel 1962, con lo pseudonimo Tanya.
Gli arrangiamenti sono curati dal Maestro Beppe Moraschi: alcune di queste versioni sono registrate in maniera alquanto affrettata, e sembrano più che altro dei provini, mentre altre sono un po' più decenti.
Il disco è però soprattutto una curiosità, e vale per questo più che per il valore musicale.

LATO A

1) Il cuore è uno zingaro (Franco Migliacci-Claudio Mattone)
2) 4 marzo 1943 (Paola Pallottino-Lucio Dalla)
3) Bianchi cristalli sereni (Don Backy)
4) Che sarà (Franco Migliacci-Carlo Pes-Jimmy Fontana)
5) Come stai (Riccardo Pazzaglia-Domenico Modugno)
6) Rose nel buio (Daniele Pace-Mario Panzeri-Lorenzo Pilat)
7) L'ultimo romantico (Vito Pallavicini-Pino Donaggio)
8) Una storia (Sergio Endrigo)

LATO B

1) Ninna nanna (Luigi Albertelli-Enrico Riccardi)
2) Sotto le lenzuola (Luciano Beretta-Miki Del Prete-Adriano Celentano)
3) 13, storia d'oggi (Vito Pallavicini-Albano Carrisi)
4) Com'è dolce la sera (Luigi Albertelli-Enrico Riccardi-Giuliano Illiani)
5) La folle corsa (Mogol-Carlo Donida)
6) Occhi bianchi e neri (Miki Del Prete-Alberto Testa-Eros Sciorilli)
7) Non dimenticarti di me (Mogol-Mario Lavezzi)
8) I ragazzi come noi (Antonio Balducci-Guido Lombardi-Ettore Lombardi D'Aquino)

domenica 16 febbraio 2014

Lidia Martorana & Filippo Alotta - Arrivederci a Trani/Futuro campione (1964)

 










Lidia Martorana ha iniziato la carriera giovanissima: già nel 1933, a soli sette anni, fu scelta come voce bianca per accompagnare Beniamino Gigli durante un'esibizione all'Eiar a Torino.
In seguito, come si sa, diventerà dapprima una delle componenti del Trio Aurora, fondato dal Maestro Carlo Prato (l'artefice del successo delle olandesi Lescano), e poi a partire dal 1946 una cantante solista di successo prima come Lidia Aurora (per poche incisioni, tra cui il successo “Il mio nome è donna”) e poi con il suo vero nome, lanciando brani come “Amore baciami” e “Addormentarmi così”, ripresi negli anni successivi da molti altri cantanti, oltre alla goliardica “Che mele”.
Negli anni '50, dopo altre incisioni per la Odeon, si ritira per dedicarsi alla famiglia, e solo negli anni '60 riprende a cantare, anche se solo a livello locale: ed a questo periodo risale questo 45 giri, inciso per la Phonorex, etichetta torinese di cui abbiamo già parlato nel blog, insieme ad un altro cantante, il siciliano Filippo Alotta, che canta sul lato B.
La canzone sul lato A, “Arrivederci a Trani”, fu presentata dalla Martorana al Festival della cittadina pugliese; si tratta di uno di quei tipici brani dedicati a località turistiche che andavano di moda negli anni '60, sul modello di “Love in Portofino” o “Auf Wiedersehen a Diano Marina”, e il testo è di Giovanni Augelli mentre la musica è del Maestro Tommaso Ansalone, clarinettista e sassofonista che negli anni '30 aveva suonato con Carlo Prato, poi nell'Orchestra di Carlo Minari ed infine in quella di Angelini.
La signora Martorana ci ha raccontato che, nel corso della manifestazione a Trani, ebbe modo di conoscere Peppino Gagliardi, che si complimentò con lei per la voce, ignorando che si trattasse di un nome celebre quasi vent'anni prima.
Futuro campione” è un brano ritmato con in evidenza un sassofono che segue la voce del cantante per tutto il brano; il testo racconta le vicende di un ciclista ad inizio carriera ed è di Antonio Esposito (di cui non so nulla), mentre la musica è di Giuseppe Rinaldi, musicista che ha collaborato anche con la Kansas in anni successivi.
Filippo Alotta, padre della sicuramente più nota Francesca (che ha vinto con Aleandro Baldi il Festival di Sanremo del 1992 con “Non amarmi), nato a Palermo il 22 giugno del 1941 e morto nella stessa città il 12 agosto del 2003, partecipò sempre nel 1964 al Festival di Castrocaro; incise alcuni 45 giri per la Phonorex e in seguito, dopo essersi dedicato al canto lirico, anche vari album di canti folk e di operette, con discreto successo
I due cantanti sono accompagnati dal complesso Weller.

1) Arrivederci a Trani (Giovanni Augelli-Tommaso Ansalone)
2) Futuro campione (Antonio Esposito-Giuseppe Rinaldi)

giovedì 13 febbraio 2014

Los Marineros - Ti devi decidere/Eredice (1988)












Il blog torna dopo una pausa molto lunga, dovuta ad un lavoro interessante ma che non ha lasciato molto tempo libero, e su cui ci soffermeremo maggiormente tra qualche mese.
Torniamo con un disco del 1988 dei Los Marineros.
Bruno Cheli è un genovese, nato il 19 gennaio 1952, che si appassiona alla musica negli anni '70 e che, dopo varie esperienze, riesce ad ottenere un contratto con l'RCA Italiana, con cui pubblca gli album "Piacere Bruno Cheli" e "Ed eccomi di nuovo qua": il successo però non arriva, e Bruno inizia ad esibirsi in un ristorante di Roma, di proprietà di Bruno Santopadre, dove conosce un ragazzo milanese, Tony Reale, dotato di una bella voce e con cui forma un duo, chiamato in un primo tempo il "Duo di Genova".
Preparano una canzone, "Ti devi decidere", scritta con la collaborazione di Salvatore Marescalco (musicista genovese che ha già lavorato in precedenza con Cheli), e i due vengono notati da Renzo Arbore al ristorante: vengono quindi ospitati in alcune puntate di "Indietro tutta", ed è proprio lo showman foggiano a trovare loro il nuovo nome, Los Marineros.
Il disco esce poco dopo le apparizioni televisive: con un sound che richiama sicuramente alla mente un altro duo (e mi riferisco ai torinesi Rota e Righi), non ottiene comunque un grosso successo commerciale.
Produce Claudio Mattone, all'epoca collaboratore musicale abituale di Arbore, mentre la realizzazione è di Mario Tagliaferri; i due sono anche accreditati come coautori del brano sul lato B, "Eredice", che è in realtà un remixaggio di "Ti devi decidere".

1) Ti devi decidere (Salvatore Marescalco-Tony Reale-Bruno Cheli-Salvatore Marescalco)
2) Eredice (Claudio Mattone-Mario Tagliaferri)

lunedì 20 gennaio 2014

Van Wood Quartet - EP (1955)












Il disco torinese di oggi è inciso dall'olandese Peter Van Wood (il cui vero nome è Piter Van Houten), ex componente del Trio Carosone, con il suo Quartetto. con Bruno De Lucia al pianoforte, Aldo Buonomo alla batteria e Paolo Pes al contrabbasso (quest'ultimo in seguito sostituito da Piero Bertani): si tratta di un Ep la cui matrice è datata 1 dicembre 1955.
Tre canzoni su quattro sono infatti "made in Torino": la prima di esse è "La mannequin torinese", un fox-trot scritto da Norberto Caviglia di cui, se vi ricordate, avevamo già parlato nel blog.
Poi c'è "Ci ciu ci (cantava un usignol)", scritta dal torinese Ettore Minoretti per il testo e da Saverio Seracini (che dal 1930 viveva a Torino) per la musica, che fu lanciata a Sanremo 1955 da Narciso Parigi e da Natalino Otto (e che venne incisa anche da Luciano Tajoli, Carlo Buti, Giorgio Consolini e Bruno Rosettani). Infine "Spaghetti (cha-cha-cha)", il cui testo è di Leo Chiosso, non ancora diventato famoso per la collaborazione con Buscaglione (che comunque era già iniziata).
L'EP è completato da "Cobra", che in teoria dovrebbe essere la cover di "Let me go, devil", successo del 1953 di George Shaw, con il testo in italiano scritto da Giovanni Sussain, paroliere attivo già negli anni '30 (autore di "Canta usignolo" per Luciana Dolliver e il Trio Lescano); ho usato il condizionale perché, nonostante ciò che è scritto sull'etichetta, la canzone è cantata con il testo originale in inglese.
Per il post di oggi ringraziamo Marco, il proprietario del disco in questione.

LATO A 

1) Cobra (Giovanni Sussain-Jenny Lou Carson)
2) La mannequin torinese (Norberto Caviglia)

LATO B

1) Ci Ciu Ci (cantava un usignol) (Ettore Minoretti-Saverio Seracini)
2) Spaghetti (cha-cha-cha) (Leo Chiosso-Peter Van Wood)

giovedì 16 gennaio 2014

Little Tony - Quando c'eri tu/Libera nel mondo (1974)












Mentre gli anni '60 sono stati un decennio di grande successo per Little Tony, il decennio successivo vedono calare progressivamente i consensi, come del resto accade nello stesso periodo ad altri cantanti della sua generazione, che vengono sorpassati da nuovi stili come il progressive (che però all'epoca si chiama pop), la canzone d'autore e il melodico dei complessi (Pooh in primis).
Per la prima metà del decennio Little Tony continua comunque ad essere presente, se non nelle hit parade, nelle varie trasmissioni televisive: nel 1974 ad esempio partecipa a "Un disco per l'estate" con "Quando c'eri tu", canzone scritta da Gian Pieretti per il testo e da Claudio Damiani e Tino Nicorelli per la musica; quest'ultimo si occupa anche dell'arrangiamento, mentre la produzione è curata da Felice Piccarreda.
Il brano sarebbe in realtà eliminato, ma il regolamento viene cambiato e si decide di portare i brani finalisti da 24 a 28, e così la canzone arriva fino alle semifinali.

Il lato B, "Libera nel mondo", è invece scritto da Gianni Dall'Aglio, che lo arrangia.
Questo risulta essere l'unico 45 giri inciso da Little Tony per la Kriss Line; l'anno successivo pubblicherà un altro disco con l'RCA.

1) Quando c'eri tu (Dante Pieretti-Claudio Damiani-Tino Nicorelli)
2) Libera nel mondo (Gianni Dall'Aglio)

martedì 7 gennaio 2014

Statuto - Vacanze (1988)












A febbraio 2014 la casa editrice Volo Libero pubblicherà la biografia degli Statuto scritta da Antono Bacciocchi, che forse alcuni di voi conoscono con il suo "nom de plume" (Tony Face; qui il suo blog): sicuramente lo acquisterò e lo leggerò volentieri, ripercorrendo così la storia di un complesso che ho seguito ancora prima degli esordi discografici e con cui anche, in alcune occasioni, abbiamo suonato....ad esempio nel concerto di presentazione di questo 33 giri che presentiamo oggi, intitolato "Vacanze", il primo della loro carriera, che incisero per la Toast Records.
Giulio Tedeschi organizzò, insieme a Radio Torino Popolare, un concerto ai primi di luglio (a memoria mi pare fosse il 3) al Parco della Pellerina per la presentazione ufficiale di questo disco e di altre due incisioni di complessi della stessa etichetta, gli Afterhours da Milano (che avevano pubblicato "All the good children go to hell") e i Powerillusi (il primo aprile avevamo pubblicato il nostro primo 45 giri, intitolato "Il nostro primo 45 giri", con sul lato B "Lato B").
Il pubblico ovviamente era quasi tutto lì per gli Statuto, visto che erano attivi già da alcuni anni ed avevano lo zoccolo duro dei Mods dalla loro: l'ossatura del concerto era costituita ovviamente dalle canzoni di questo disco di cui due, "Balla" e "Ghetto", erano già state pubblicate in precedenza su 45 giri.
Tre le cover presenti: "La pelle nera" è il notissimo brano di Nino Ferrer,  "Passo le mie notti", il cui titolo completo è "Passo le mie notti qui da solo", è la versione in italiano di "Music talk" di Stevie Wonder, da lui stesso incisa come retro di "Il sole è di tutti" mentre "Batman" è la sigla della serie televisiva; un'ultima cover è "Finta diva", la cui musica sull'etichetta è firmata O. Chrinsesten, di cui però non so nulla.
I brani originali sono tutti scritti da Oscar, il cantante del gruppo, ed oltre alla title track e ai brani già citati degno di nota è anche "Ragazzo ultrà".
Il disco è stato registrato allo studio "Minirec" di Gigi Guerrieri, che chi segue il beat conosce come bassista dei Cock e di cui abbiamo parlato in un altro post .
A fianco una "chicca" d'epoca: un'intervista a Oscar che ho trovato in un settimanale torinese, "Neoclima".

 LATO A

1) Balla (Oscar Giammarinaro)
2) Finta diva (Oscar Giammarinaro-O. Chrinsesten)
3) Vacanze (Oscar Giammarinaro)
4) Debole (Oscar Giammarinaro)
5) Ghetto (Oscar Giammarinaro)

LATO B

1) La pelle nera (Nino Ferrer)
2) Ragazzo ultrà (Oscar Giammarinaro)
3) Passo le mie notti (Corrado Bonicatti-Antonio La Tessa-Ted Hull-Clarence Paul-Stevie Wonder)
4) Sorte (Oscar Giammarinaro)
5) Batman (Neal Hefti)


venerdì 3 gennaio 2014

Anna Identici - Apro gli occhi di donna su 'sta vita (1972)












Cominciamo l'anno con Anna.....un gioco di parole per presentare un album di Anna Identici, inciso nel 1972 dopo la svolta che la vide passare da cantante di musica leggera (peraltro spesso pregevole e di buona qualità) a cantante impegnata, con un repertorio che spaziava dalle canzoni popolari e di lavoro a canzoni moderne con tematiche politiche e sociali, come quelle contenute in questo disco.
Senza dubbio è vero che negli anni '70 certi temi andavano sicuramente di moda e che alcune carriere che ebbero in quel periodo una svolta forse la ebbero non tanto per convinzione....ma non è questo il caso di Anna Identici, persona che ho conosciuto anni e anni fa a Torino quando partecipava ad un programma televisivo che si registrava in via Verdi, e che sicuramente le scelte che ha fatto le ha fatte credendoci e mantenendo comunque un gusto ed una professionalità che non sempre si trovano negli interpreti di canzoni popolari (....quante volte ho ascoltato cantanti che, con il pretesto di cantare con lo stile delle mondine, inanellavano una stonatura dopo l'altra).
Passando all'album, la canzone di apertura, "E quando sarò ricca", è tra le migliori del disco: una specie di sogno ad occhi aperti di un'operaia che immagina un cambiamento nella sua vita, un po' come quando al bar si sogna con gli amici di far tredici al totocalcio e si immagina cosa si farà una volta diventati miliardari; recentemente il brano è stato ripreso da Paola Turci e da Tiziano Cantatore (in una versione con il titolo al maschile pubblicata nel suo album "Di parole e di musica" del 2011), ed è bello il fatto che venga riscoperta una cantante sicuramente oggi un po' dimenticata.
"Ci sono storie strane" è basato su un arpeggio di chitarra acustica, come del resto "Era bello il mio ragazzo", con cui Anna Identici partecipò quell'anno al Festival di Sanremo, canzone che raccontando di un caso di morte bianca è ancora tragicamente attuale; con il titolo "Dröm Är Dröm Och Saga Saga" ed un altro testo il brano era già stato inciso pochi mesi prima da Agnetha Fältskog, la bionda cantante svedese in seguito componente degli Abba, e questa versione (insieme alle due cover di "E quando sarò ricca") la trovate come bonus track al post.
Sottotono è "Se l'operaia non va in Paradiso", che musicalmente mi pare fintamente popolare, mentre "La nuova lega" richiama nel titolo e nei contenuti femministi, ma non nella musica, la celebre canzone popolare "La lega", che molti conoscono pur non sapendo che quello è il titolo (e riconoscendola invece per i versi iniziali "Sebben che siamo donne paura non abbiamo....").
"Amore stanco, amore d'officina" è una triste canzone d'amore, mentre "Il fumo" musicalmente si stacca dalle atmosfere del disco, con la batteria, il basso e la chitarra elettrica che arricchiscono il brano, in cui Anna Identici mette in luce molta grinta nella voce e nel modo di cantare rock.
"Lacrime dolci, lacrime salse" ritorna alle atmosfere acustiche ed è una ninna nanna per un bambino da parte di una mamma, ambientata durante una guerra, mentre "Il testamento dell'impiegata", un po' come "Se l'operaia non va in Paradiso", musicalmente suona un po' finta.
Sicuramente migliore "Amore da niente", un valzer lento che racconta una storia d'amore di due operai; "E adesso ch'è finita la vendemmia" ha un'inizio con una strofa quasi gucciniana, con un arpeggio in finger-picking, ma nel ritornello, con l'ingresso degli altri strumenti e dell'orchestra d'archi, l'atmosfera cambia.
Il disco si conclude con "Mi son sognata", altro valzer con la fisarmonica, con un testo che si collega a "E quando sarò ricca", poiché la protagonista immagina anche in questo brano un futuro migliore e pieno di cambiamenti, ma con il risveglio i sogni scompaiono.
Le musiche sono di Gianni Guarnieri, autore già di canzoni del primo periodo di Anna Identici (ad esempio "Una rosa da Vienna), mentre i testi sono di Pier Paolo Preti; gli arrangiamenti sono curati da Franco Orlandini, che come sappiamo era il chitarrista dei Mat 65, gruppo beat bergamasco.
Interessante la presentazione al disco, firmata da Franco Parenti.

LATO A

1) E quando sarò ricca
2) Ci sono storie strane
3) Se l'operaia non va in Paradiso
4) Era bello il mio ragazzo
5) La nuova lega
6) Amore stanco, amore d'officina

LATO B

1) Il fumo
2) Lacrime dolci, lacrime salse
3) Il testamento dell'impiegata
4) Amore da niente
5) E adesso ch'è finita la vendemmia
6) Mi son sognata

Bonus track:
1) Paola Turci - E quando sarò ricca (2009)
2) Tiziano Cantatore - E quando sarò ricco (2011)
3) Agnetha Fältskog - Dröm Är Dröm Och Saga Saga (1971)