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mercoledì 16 marzo 2011

I Ragazzi del Sole (1966)




La dedica di Piefranco Colonna sulla camicia dell'album
Qualche giorno fa il blog del Vampiro ha pubblicato un post su Pierfranco Colonna, analizzando la sua produzione da solista dopo la separazione dai Ragazzi del Sole, il gruppo in cui aveva debuttato....questo post lo dedichiamo proprio all'album di debutto del più famoso complesso beat torinese, con ancora Colonna alla voce, ed è il primo di una serie (con periodicità varia) in cui presenteremo la discografia completa del gruppo. Io ho conosciuto Pierfranco Colonna probabilmente nel 1993 o nel 1994: infatti avevo già la ristampa di questo disco, curata da Italo Gnocchi nel 1992 (....purtroppo mi manca l'edizione originale, che pare essere molto costosa). Ma partiamo dall'inizio....e cioè dai No Strange, che forse qualcuno conosce: il gruppo della nuova psichedelia italiana è stato (con altri) oggetto di analisi nel bel libro scritto da Roberto Calabrò e pubblicato dalla Coniglio, "Eighties Colours", ed uno dei due fondatori, Ursus cioè Salvo D'Urso (l'altro è Alberto Ezzu) è stato anche intervistato di recente da "Musica leggera". Ursus è stato compagno di scuola di Vince Ricotta dei Powerillusi, ed io l'ho conosciuto attraverso questo tramite; poi l'ho rivisto quando siamo stati per un breve periodo con la Toast Records di Giulio Tedeschi....Ursus aveva un negozio di dischi, che si chiamava "Juke-Box all'idrogeno", e qualche volta mi capitava di passarci: proprio una di queste volte Salvo mi presentò un suo cliente che era in negozio in quel momento, Franco Castellani (il vero nome di Colonna). Io ovviamente ne approfittai, iniziai a fargli domande sui Ragazzi del Sole, sul beat e così
Pierfranco con Gerry dei Brutos
via....scoprii che abitava abbastanza vicino a casa mia (in una via dietro piazza Statuto), e siccome avevo la ristampa del disco, con la scusa di farmelo firmare, ci siamo rivisti....un vecchio musicista "storico" di Torino che raccontava le vicende di quegli anni (ehm....non tutte propriamente per educande....mi ricordo le narrazioni sulle feste nella villa del produttore romano di Colonna durante il periodo Ariston, noto paroliere e cantautore.....) a due musicisti della Torino della fine degli anni '80' e '90....Poi l'ho rivisto nel periodo in cui stava registrando il cd da solista, "Percorsi", in uno studio in via Cibrario....è mancato nel 2001, ed ovviamente Torino l'ha dimenticato. Prima di passare al disco, voglio precisare che le due foto in cui Pierfranco Colonna è con Gerry dei Brutos sono state fornite al blog dallo stesso Gerry (Franco Barbera, napoletano, nella foto con Pierfranco e Gerry, è il proprietario del Paips, in società con Gino Alfieri, e di altri locali milanesi dell'epoca).
Colonna con Gerry e Franco Barbera al Paips
Passiamo all'album, pubblicato dalla Jolly di Walter Gurtler, il primo ad intuire le potenzialità del gruppo: solo tre le canzoni in italiano, di cui due, "Se mi chiamerai" e "Non ridere di me", vengono anche pubblicate su 45 giri. La prima di esse, secondo l'etichetta, è la cover di "Tell 'em you never will", ma questa canzone non risulta depositata alla Siae e, cercando chi possa essere l'esecutore originale, ho trovato varie informazioni contrastanti (Harry Woods, Alvin Robinson, Otis Redding) ma nessuna di esse convincente. "Non ridere di me" è invece la versione in italiano di "Laugh at me" di Sonny Bono, una delle poche canzoni incise dal musicista di Detroit senza la moglie Cher. Il Calimero che firma "Se mi chiamerai" è uno pseudonimo di Vito Pallavicini, mentre "Non ridere di me" è firmata da Panesis, pseudonimo di Franco Zauli. "Chi può dirmi" è firmata da Maurizio Vandelli, ma il testo è diverso da quello che Vandelli firma per i Pooh, "Vieni fuori"; entrambe le canzoni sono cover di "Keep on running" dello Spencer Davis Group. Completano l'album altre cover incise in lingua originale, tre dal repertorio dei Rolling Stones ("Get off of my cloud", "Satisfaction" e "Mercy mercy", quest'ultima riportata con i nomi degli autori errati) ed altre da vari gruppi beat come gli Animals ("We gotta get out of this place"), i Kinks ("All day and all of the night" e "Long tall shorty", quest'ultima accreditata sull'etichetta a Don Covay ed Herbert Abramson, mentre alla Siae risulta depositata da Covay e John Berry), i Them ("Gloria").
Un disco interessante soprattutto per come sono rese le canzoni, che non sfigurano con gli originali.


LATO A

1) Se mi chiamerai (Pallavicini-Day-Wayne)
2) Get off of my cloud (Jagger-Richards)
3) We gotta get out of this place (Mann-Weill)
4) All day and all of the night (Davies)
5) Satisfaction (Jagger-Richards)
6) Mercy mercy (Don Covay-Ronnie Miller)

LATO B

1) Chi può dirmi (Maurizio Vandelli-Jackie Edwards)
2) Gloria (Van Morrison)
3) Non ridere di me (Franco Zauli-Sonny Bono)
4) She's about a mover (Doug Sahm)
5) Memphis, Tennessee (Chuck Berry)
6) Long tall shorty (Don Covay-John Berry)

4 commenti:

  1. Post superbo, Vito... ritengo i Ragazzi del Sole uno dei più interessanti (e sottovalutati) gruppi italiani, che nella loro pur breve stagione, hanno saputo lasciare una testimonianza preziosa. Pertanto... grazie!

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  2. scusa...mi risulta che la canzone "We gotta get out of this place" non sia di manfred mann ma resa famosa all'epoca dagli animals...

    zebmccay

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